Elenco Generale||degli eventi

Come ogni anno il Museo della Pace ha svolto vari eventi con gli studenti delle scuole e vari gruppi di visitatori in occasione della “Giornata della Memoria”. Nella Sala Israele - inaugurata da Shimon Peres - sono stati proiettati vari video, alcuni anche inediti, sulla Shoah e sulla deportazione degli Ebrei nei vari campi di concentramento.
Commozione e partecipazione in particolare guardando le testimonianze di Andra e Tatiana Bucci in occasione della loro visita al Museo della Pace. Commovente la loro storia: figlie di madre ebrea, nel 1944 - quando avevano solo 6 e 4 anni - sono state deportate ad Auschwitz e sono sopravvissute.
Oggi Tatiana vive a Bruxelles, mentre Andra tra gli Stati Uniti e l'Europa. In questa occasione è stato presentato il libro ”Storia di Sergio” di Alessandra Viola, Andra Bucci e Tatiana Bucci: il racconto del loro cugino napoletano morto nei campi di concentramento.

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Grande afflusso di link e contatti sulla piattaforma multimediale del Museo della Pace - MAMT per il centenario dalla nascita di Mario Pomilio.
Il presidente Michele Capasso, in collegamento, ha raccolto varie testimonianze e ricordato l’amicizia tra lo scrittore e lo zio paterno Celestino Capasso.
Scrittore e saggista Mario Pomilio (scomparso nel 1990) scrisse    opere famose quali "La compromissione" (vincitore del Premio Campiello nel 1965), "Il quinto evangelio" e "Il Natale del 1833", in cui scandaglia il travaglio spirituale di Alessandro Manzoni (Premio Strega nel 1983).
"Alla riflessione religiosa si avvicinò nel corso della vita. Il suo cristianesimo era molto filtrato dall'Illuminismo e dalla ragione", ha raccontato di lui la figlia Annalisa in un'intervista a "Famiglia Cristiana" del 2015 che qui riproponiamo.
Un’immagine, nitida, vivissima, riaffiora dall’oceano dei ricordi. «È il 1983: siamo al mare a Baia Domizia, nella casa dei miei genitori», racconta Annalisa Pomilio. «Siamo seduti davanti a una piccola televisione in bianco e nero per seguire in diretta la cerimonia del Premio Strega». Quell’anno, infatti, la giuria incorona Mario Pomilio, suo padre, autore de Il Natale del 1833. Un romanzo di forte impatto, impegnativo al punto di vista tematico, una sfida dal punto di vista stilistico: seguendo la forma manzoniana del componimento misto di documen- ti reali e invenzione, ricostruzione storica e fiction, Pomilio scandaglia il travaglio umano e spirituale di Alessandro Manzoni a partire da Il Natale del 1833, frammento di poema interrotto scaturito dal dolore per la morte della sua prima moglie, Enrichetta Blondel. Il grido di rabbia dello scrittore verso Dio, lo sfogo di un uomo cristiano che, davanti alla sofferenza, non rinnega la sua fede ma si domanda perché Dio possa permettere il male nel mondo. Una riflessione particolarmente cara a Pomilio.
«Papà veniva da una famiglia particolare», ricorda Annalisa, «sua madre era una donna estremamente religiosa, suo padre era un socialista, ateo. Nella sua personalità papà assorbì entrambe le anime dei suoi genitori. In gioventù era lontano dalle tematiche cristiane. Alla fede e alla riflessione religiosa si è poi avvicinato nel corso degli anni e della vita. Sicuramente il suo cristianesimo era molto filtrato dall’illuminismo e dalla ragione, era una fede con una forte componente razionale, proprio come lo era la fede di Alessandro Manzoni. Papà sentiva profondamente suo il tema della sofferenza dell’uomo: è emblematico che abbia scritto Il Natale del 1833 quando già da alcuni anni combatteva contro una malattia molto dolorosa, l’artrite reumatoide, che gli procurò enormi sofferenze e a un certo punto non gli permise più di scrivere. Il Natale nacque in un periodo di remissione della malattia, in cui l’artrite gli aveva concesso un po’ di pace».

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Si è svolta al Museo della Pace - MAMT il Convegno “Conviene davvero fare Impresa 4.0 ?organizzato da Phantasya Communication.
Sui grandi schermi videowall dei 5 piani del Museo, nel rispetto delle regole Covid 19, vi sono stati collegamenti con vari paesi sul tema dell'impresa e della multimedialità.

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Grande afflusso di link e contatti sulla piattaforma multimediale del Museo della Pace - MAMT per il centenario dalla nascita di Turi Ferro.
Il presidente Michele Capasso, in collegamento con la Città di Catania, ha ricordato il “grande attore siciliano legato in modo naturale ai grandi autori della sua Sicilia”.
Turi Ferro, di cui il 10 gennaio sono stati i 100 anni dalla nascita e l'11 maggio saranno i venti dalla scomparsa nel 2001, è stato soprattutto pirandelliano in modo esemplare riuscendo a riunire, nella ambiguità propria della poetica del grande drammaturgo, le sue note qualità comiche con quelle alte e drammatiche giocando sui tempi e sulle pause. "Solitamente un attore, durante le pause, fa capire che sta riflettendo su una battuta.
Turi faceva e dava di più, un valore aggiunto - ha testimoniato Andrea Camilleri - inseriva nel suo recitare certe pause assolutamente comiche in un contesto drammatico, apportava ironia, modificando la regia, come ogni attore di razza".
Attore completo appunto, capace di dar vita a personaggi che devono suscitare la risata, come commuovere con le sofferenze, di recitare in italiano come nella lingua siciliana, è stato anche personaggio importante che ha certamente contributo alla costruzione della moderna identità della sua città, Catania, facendo amare gli autori e i testi della tradizione e contemporanei, da Verga a Sciascia, ma soprattutto creando nel 1958 con i migliori attori della regione, Rosina Anselmi, Michele Abbruzzo, Umberto Spadaro, quel centro culturale che è ancora il Teatro Stabile, di cui è stato il simbolo e l'anima per oltre 40 anni. Ed è proprio lo Stabile a promuovere e coordinare le celebrazioni per questo centenario, con spettacoli, mostre, pubblicazioni, per ora fermate dalla pandemia.
La sua bravura faceva sì che apparisse un attore dal talento naturale, d'istinto, mentre era un vero professionista e ogni personaggio gli costava fatica, era frutto di un lavoro impegnativo sempre spronato da domande e dubbi nel destrutturare e poi ricostruire un testo, una parte. Solo allora la parola letteraria trovava la misura della finzione, quella musicalità intrinseca che la faceva corpo, risultando vera, come accade con la vera arte. Nato a Catania negli ultimi giorni del 1920 ma registrato all'anagrafe il 10 gennaio 1921, Salvatore Ferro, detto Turi, comincia a recitare giovanissimo, al teatro Coppola di Catania, nella compagnia filodrammatica, diretta dal padre Guglielmo Ferro e accanto a un altro Guglielmo, suo figlio, che porta il nome del nonno, concluderà la carriera facendogli firmare le regie dei suoi ultimi spettacoli, tra cui una 'Tempesta' di Shakespeare in cui oramai ottantenne era un magico Prospero, spettacolo raccontato in un docufilm di Daniele Gonciaruk 'Turi Ferro - L'ultimo Prospero' che allarga l'indagine a tutta la personalità dell'attore.

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Grande afflusso di link e contatti sulla piattaforma multimediale del Museo della pace - MAMT per il centenario dalla nascita di Leonardo Sciascia.
Non è enfasi definirlo uno dei più grandi e influenti intellettuali italiani del Novecento. “Probabilmente l’unica figura accostabile a Sciascia, pur nelle evidenti e profondissime differenze per l’impatto sul dibattito culturale e politico e per la straordinaria abilità di interpretare la sua contemporaneità, è quella di Pier Paolo Pasolini” ha affermato il presidente Michele Capasso nella sala dove sono custoditi libri e documenti del grande scrittore.
Non è un caso che proprio Pasolini si accorse del talento di Sciascia fin dal suo esordio nel Dopoguerra, con le Favole della dittatura, in cui dietro il codice stilistico delle favole esopiche già si rivelava una feroce satira politica.
Al di là della passione civile, un tratto che unisce i due grandi autori è la poliedricità: Sciascia è stato scrittore, drammaturgo, saggista, giornalista, insegnante, poeta e anche politico, prima indipendente nelle fila del Partito Comunista (da cui si allontanò perché non condivideva la linea del “compromesso storico”) e poi per il Partito Radicale, di cui condivideva le grandi battaglie garantiste.

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Questa mattina grande afflusso di visitatori e studenti, in particolare delle scuole elementari e medie, sulle piattafrome multimediali e sui canali social del Museo della PaceMAMT per celebrare il “224° anniversario della nascita della bandiera tricolore”.
Video, immagini e documenti - sin dalla prima presentazione del tricolore a Genova nel 1789 – hanno coinvolto i piccoli visitatori.
Tanti i collegamenti, in particolare con la città di Reggio Emilia per le celebrazioni principali in quella città.

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Celebrato sulle piattaforme multimediali del Museo della PaceMAMT il 41° anniversario dalla morte di Piersanti Mattarella
In questa occasione sono state proposte pagine dal libro di Giovanni Grasso “Piersanti Mattarella. Da solo contro la mafia” e le immagini del palinsesto che la RAI ha dedicato su tutte le reti e testate.
Per le scuole superiori è stata proposta una scheda del delitto, con le successive indagini e la storia processuale: ma, soprattutto, la figura umana e politica di Piersanti Mattarella con le immagini delle Teche Rai, le interviste rilasciate da lui stesso e alcune fotografie inedite.

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Olanda, Lussemburgo, Francia, Spagna, Danimarca, Irlanda, Moldavia, Filippine, Timor Est, Birmania, Portogallo, Russia, Cina, Giappone, Marocco, Tunisia, Egitto: alcuni dei paesi di provenienza degli oltre 50.000 visitatori del Museo della Pace – MAMT collegati in streaming sulle piattaforme del Museo della Pace – MAMT durante le feste di Natale.
Diecimila  visitatori solo tra ieri e oggi in occasione del sesto anniversario della morte di Pino Daniele: emozionati dai video della sezione dedicata al grande musicista scomparso.

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Grande afflusso di link e contatti sulla piattaforma multimediale del Museo della Pace - MAMT per il centenario dalla nascita di Regina Bianchi.
Nell’intervallo tra il primo e il secondo spettacolo della compagnia teatrale di papà Raffaele e di mamma Maria, in un camerino di un teatro di Lecce, il 1° gennaio 1921 nasceva Regina Bianchi, probabilmente la Filumena Marturano per eccellenza del teatro eduardiano insieme con la cinematografica Sophia Loren. Figlia d’arte, anzi del palcoscenico, sul quale sale a soli otto giorni, nel ruolo di una...neonata. Circostanza che poi le farà dire: «a tutte le età, ho sempre lavorato». Ha raccontato lei stessa, tanti anni dopo, a Fiamma Satta come andarono le cose: era stata messa a dormire in un baule, svuotato dai costumi e trasformato in una comoda e sicura culla. Quel giorno il trovarobe dimenticò di procurare un pupazzo che avrebbe avuto in scena la funzione di lattante. E così il padre di Regina ebbe l’idea di utilizzare la sua piccola.
Fino a 16 anni Regina lavora nella compagnia di Italo Bianchi, nome d’arte del padre, con il suo cognome anagrafico, D’Antigny, poi capisce che «quella non era una forma di teatro che mi potesse dare un binario, un inquadramento, per un altro tipo di teatro che io, invece, intendevo fare». E così, lascia la compagnia paterna. Dopo aver lavorato per un anno nella compagnia di Mimì Maggio, il papà di Dante, Rosa, Virgilio e Pupella, l’intraprendente Regina nell’estate del 1938 si presenta a casa di Raffaele Viviani «con le treccine e i calzini bianchi arrotolati» e chiede di entrare a far parte della compagnia. Accontentata, riceve il suo primo applauso a scena aperta, nell’unica scena recitata; Viviani medesimo, con un gesto affettuoso, la riporta davanti al pubblico per questa prima ovazione. Nel 1940 Italo Bianchi riceve una telefonata da Eduardo De Filippo: «Ho bisogno che mi mandi Regina». La giovane attrice inizia quindi a lavorare per i De Filippo, ma sono anni difficili, divisa com’è tra il palcoscenico e le due bambine nate dalla relazione con il compagno, il regista Goffredo Alessandrini, già marito di Anna Magnani, conosciuto nel 1939 in occasione del suo primo film: Il ponte di vetro.

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Da marzo 2020 ad oggi i portali e la piattaforma multimediale del Museo della PaceMAMT ha riunito oltre 300.000 visitatori virtuali che hanno potuto godere degli eventi principali, quali il Premio Mediterraneo e gli Anniversari , i concerti ed i video emozionali in alta definizione: in particolare quelli del programma “LA CAMPANIA DELLE EMOZIONI”.
“Un importante risultato - ha affermato il presidente Capasso – che ha consentito di diffondere il patrimonio emozionale del Museo anche in questo difficile periodo di pandemia”: di particolare importanza gli anniversari celebrati al museo attravero le piattaforme digitali.

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