Elenco Generale||degli eventi

La Fondazione Mediterraneo e la Federazione Anna Lindh hanno partecipato al Teatro Mercadante - adiacente la sede della Fondazione e del Museo della Pace MAMT - alla presentazione alla città di Napoli delle nuove linee di indirizzo della politica culturale di Napoli e della sua area metropolitana, tracciando la rotta per i prossimi anni e definendo le nove priorità strategiche che ispireranno il lavoro dell’ Amministrazione.
Tre azioni sono già in cantiere: sviluppo di una struttura, a esclusiva proprietà pubblica, in grado di curare, tutelare, manutenere e valorizzare i siti culturali; riqualificazione delle biblioteche comunali; rafforzamento della filiera musicale volto a consolidare il ruolo di “Napoli città della musica”.
Ci attende un mese dedicato al confronto. Saranno raccolte le idee provenienti dal mondo della cultura che integreranno e arricchiranno il programma operativo.
PER CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DEL PIANO DELLA CULTURA 2022 – 2026 È POSSIBILE PRESENTARE UNA PROPOSTA COMPILANDO IL MODULO AL SEGUENTE LINK: https://www.comune.napoli.it/culturanapoli2022-2026-proposte

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La Fondazione Mediterraneo e la Federazione Anna Lindh Italia hanno condiviso appieno l'analisi svolta dall'ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) manifestando non poche preoccupazioni per questa grave violazione del diritto internazionale.
Il presidente Capasso ha condiviso le preoccupazioni esposte da tutti i Capi di Stato e di Governo - "c’è un attacco a libertà e democrazia". Non lasciamo, ha aggiunto, "che i confini dell’Europa si disegnino con la forza".

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L’architetto Lucetta Sanguinetti - artefice da lungo tempo della pace e sostenitrice del Museo-laboratorio per la pace di Collegno – ha firmato il Manifesto Kimiyya per la difesa dei diritti delle donne, esprimendo grande ammirazione ed apprezzamento per questa iniziativa della Fondazione e della Federazione Anna Lindh.

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Il presidente Michele Capasso ha partecipato alla GIORNATA DEI DIRITTI UMANI con molti eventi organizzati al Museo della PaceMAMT dalla Federazione Anna Lindh.
La Giornata Mondiale dei Diritti Umani si celebra il 10 dicembre di ogni anno in tutto il mondo e ricorda la proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, avvenuta presso l’Assemblea delle Nazioni Unite a Parigi il 10 dicembre 1948. La nascita di questo importantissimo documento si colloca in un periodo storico, quello dell’immediato Dopoguerra, che vedeva i territori europei e asiatici devastati dalle conseguenze della Seconda Guerra Mondiale e l’intero mondo sgomento di fronte alla scoperta del sistema di campi di concentramento ideato dal regime nazista.
I 58 paesi allora membri dell’ONU, in cerca di riscatto dopo gli orrori del conflitto, facevano confluire nella Carta un’elaborazione secolare di principi umanitari e civili, condensata in un elenco di 30 articoli, che prendevano a spunto i grandi documenti costitutivi della storia dell’umanità, come ad esempio la Dichiarazione d’Indipendenza Americana del 1776 o la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino nata dalla Rivoluzione Francese. L’obiettivo dichiarato era quello di diffondere in tutto il mondo i valori di democrazia, diversità e tolleranza.

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La Fondazione Mediterraneo e la Federazione Anna Lindh Italia hanno partecipato – con propri rappresentanti – alla settima edizione di  “ROME MED - DIALOGHI MEDITERRANEI”:  l'iniziativa annuale di alto livello promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall'ISPI (Istituto Italiano di Studi di Politica Internazionale) con l'obiettivo di ripensare gli approcci tradizionali al territorio integrando le analisi delle sfide attuali con nuove idee e suggerimenti e per redigere una nuova “agenda positiva”, affrontando sfide condivise sia a livello regionale che internazionale.
L’edizione di quest’anno è stata dedicata ad un’agenda positiva per il Mediterraneo tra transizione e segnali di ripresa.
Lanciato nel 2015, MED è diventato rapidamente l'hub globale per dialoghi ad alto livello sul Mediterraneo più ampio, coinvolgendo leader di spicco dei governi, delle imprese, della società civile, dei media e del mondo accademico del Mediterraneo.
Le passate edizioni hanno riunito più di 1.000 leader internazionali, tra cui Capi di Stato e Ministri (tra loro, il Re di Giordania, il Presidente iracheno e libanese, i Ministri degli Affari Esteri di Russia, Iran, Arabia Saudita, Iraq, Emirati Arabi Uniti, Stati Uniti. Segretario di Stato, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati e Inviato per la Siria, nonché Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il primo Vicepresidente della Commissione e molti altri).
L'Istituto italiano di studi politici internazionali (ISPI) è un think tank indipendente e apartitico che fornisce ricerche di punta e opzioni politiche praticabili a funzionari governativi, dirigenti aziendali e al pubblico in generale che desidera comprendere meglio le questioni internazionali. Fondata nel 1934 a Milano, ISPI ha sempre adottato un approccio pragmatico nell'analisi di aree geografiche e temi di particolare interesse per l'Italia e l'Europa. L'ISPI è l'unico Istituto italiano - e tra i pochi in Europa - che combina la ricerca orientata alle politiche con un impegno altrettanto significativo per l'istruzione e la formazione, a convegni e consulenze sulle tendenze internazionali.
I quattro pilastri
Rome MED si basa su quattro pilastri: prosperità condivisa, sicurezza condivisa, migrazione e società e cultura civile. I dibattiti su questi temi intendono integrare le analisi delle sfide attuali con nuove idee e suggerimenti per aumentare la cooperazione economica, superare le rivalità e i conflitti regionali e garantire che siano messi in moto adeguati incentivi per lo sviluppo sostenibile.
Il presidente Michele Capasso, collegato dalla sede della Fondazione, ha ricordato la trentennale attività della Fondazione per il Mediterraneo quando pochissimi si interessavano alla questione e rilanciato il progetto degli STATI UNITI DEL MONDO.

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La Fondazione Mediterraneo – protagonista del partenariato euromediterraneo nato con il processo di Barcellona il 28 novembre 1995 – ha celebrato in vari Paesi - in Italia a Napoli e a Roma – la giornata del Mediterraneo.
La Giornata del Mediterraneo (in inglese: Mediterranean Day) si celebra il 28 novembre con l'obiettivo di promuovere una comune identità mediterranea, favorendo scambi interculturali e abbracciando le diversità della regione. Tale ricorrenza è stata istituita anche per offrire maggiore visibilità agli sforzi quotidiani delle organizzazioni e dei cittadini volti a rafforzare la cooperazione e l'integrazione nella regione Euro-mediterranea.
La Giornata del Mediterraneo ha luogo nell'anniversario del Processo di Barcellona tenutosi nel 1995, il quale ha segnato l'inizio di un impegno condiviso da parte dei paesi euromediterranei per trasformare la regione in uno spazio comune di pace, stabilità, progresso socio-economico e dialogo tra i popoli, portando anche all'istituzione dell'Unione per il Mediterraneo (UpM) nel 2008. La Giornata del Mediterraneo si celebra nei paesi del bacino del Mediterraneo, compresi gli Stati membri dell'Unione europea.

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Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, hanno firmato il “Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata” al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle delegazioni italiana e francese. Al termine della cerimonia il Presidente Draghi e il Presidente Macron hanno rilasciato dichiarazioni congiunte alla stampa a Villa Madama.
Il presidente Michele Capasso ha sottolineato come questo trattato sia un primo passo significativo verso gli Stati Uniti del Mondo. Rispondendo ai giornalisti così si è espresso:
“Solitamente  dei trattati si occupano i diplomatici e spesso sono stilati come se fossero l’uno la fotocopia dell’altro. Il Trattato Italia-Francia, invece, è da conoscere perché peculiare, supera l’interesse della diplomazia e riguarda tutti. Coinvolge in sostanza l’interesse generale dei due Paesi e, in generale, dell’Europa. Paese. Il “Trattato del Quirinale” può incidere sulla storia dei rapporti tra Italia e Francia e sullo stesso futuro dell’Europa. Italia e Francia, due Paesi così vicini ma spesso anche molto lontani. Con questo “Trattato” si imbocca la strada dell’integrazione nei settori più importanti della vita di un Paese: dalla sicurezza all’innovazione tecnologica, dalla giustizia all’economia, dall’istruzione allo sviluppo sociale e sostenibile, anche in un settore delicatissimo come quello dell’agricoltura, in cui Italia e Francia si sono trovati spesso in competizione. Ma il valore aggiunto è che questo Trattato non è chiuso, cioè “bilaterale”, come si dice nel gergo diplomatico. È invece aperto all’Europa e proteso, attenzione, non alla difesa dell’attuale assetto Intergovernativo, cioè Confederale, ma alla costituzione di un’Europa finalmente Federale, quella che i giovani sognano, quella di cui abbiamo bisogno, quella che le sfide drammatiche della globalizzazione nel tempo della pandemia ci richiedono: gli “Stati Uniti d’Europa” e gli “Stati Uniti del Mondo”.

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Si è svolto presso la sede della Fondazione Mediterraneo e del Museo della Pace l’incontro internazionale sul tema “A VENT’ANNI DALL’11 SETTEMBRE L’AFGHANISTAN TRA REGIME CHANGE E TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA INTERNAZIONALE”. Sono intervenuti, tra gli altri, l’Ambasciatore d’Afghanistan in Italia Khaled Ahmad Zekriya, il presidente della Fondazione Mediterraneo Michele Capasso, Roberto Paura dell’Italian Institute for the future.
In questa occasione sono stati analizzati i vari problemi che attanagliano l’Afghanistan e le possibili soluzioni.
Il presidente Michele Capasso ha ricordato le tante iniziative della Fondazione sin dal 1990 in favore dell’Afghanistan e la necessità di pervenire agli STATI UNITI DEL MONDO per riportare il caso Afghanistan nella dovuta attenzione.
L’ambasciatore Zekriya ha ringraziato il presidente Capasso e la Fondazione Mediterraneo per la costante azione di dialogo e pace e per gli aiuti alle popolazioni afghane anche in questo difficile momento.

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La Fondazione Mediterraneo – con la Federazione Anna Lindh Italia, il programma Kimiyya ed il Museo della Pace – MAMT – ha celebrato a Napoli ed in altre città euromediterranee la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne: una ricorrenza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.
“L'Assemblea generale delle Nazioni Unite - ha ricordato il presidente Capasso alle numerose donne presenti al Museo della Pace - ha designato il 25 novembre come data della ricorrenza e ha invitato i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare in quel giorno attività volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.
La data della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne segna anche l'inizio dei "16 giorni di attivismo contro la violenza di genere" che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani il 10 dicembre di ogni anno, promossi nel 1991 dal Center for Women's Global Leadership (CWGL) e sostenuti dalle Nazioni Unite, per sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani. Questo periodo - ha affermato il presidente Capasso - comprende una serie di altre date significative, tra cui il 29 novembre, il Women Human Rights Defenders Day (WHRD), il 1º dicembre, la Giornata mondiale contro l'AIDS e il 6 dicembre, anniversario del massacro del Politecnico di Montreal, quando 14 studentesse di ingegneria furono uccise da un venticinquenne che affermò di voler combattere il femminismo".
In molti paesi, come l'Italia, il colore esibito in questa giornata è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse da donna, allineate nelle piazze o in luoghi pubblici, a rappresentare le vittime di violenza e femminicidio. L'idea è nata da un'installazione dell'artista messicana Elina ChauvetZapatos Rojos, realizzata nel 2009 in una piazza di Ciudad Juarez, e ispirata all'omicidio della sorella per mano del marito e alle centinaia di donne rapite, stuprate e assassinate in questa città di frontiera nel nord del Messico, nodo del mercato della droga e degli esseri umani. L'installazione è stata replicata successivamente in moltissimi paesi del mondo, fra cui Argentina, Stati Uniti, Norvegia, Ecuador, Canada, Spagna e Italia. La campagna in Italia viene in particolar modo portata avanti dal Centro antiviolenza e dalle Associazioni di donne impegnate nell'ambito della Violenza contro le donne.
Ed è astato proprio il rosso ad accogliere i numerosi visitatori  -nel rispetto delle regole anti Covid 19 – giunti al Museo. Grande commozione nella Sala Marrakech dove sulle pareti vi sono le impronte in bianco di donne violate le cui storie sono visibili sugli schermi videowall del Museo.

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La Fondazione Mediterraneo e la Federazione Anna Lindh Italia hanno partecipato in più sessioni alla COP 26 di Glasgow condividendo le preoccupazioni per la mancanza di un’azione incisiva condivisa indispensabile per arginare i cambiamenti climatici e consentire la sopravvivenza dell’uomo sulla terra.
Il presidente Capasso ha condiviso le preoccupazioni esposte da Barak Obama e da altri relatori riproponendo, ancora una volta, il progetto degli STATI UNITI DEL MONDO. “Solo se si identifica uno spazio politico ed istituzionale unitario - anche cambiando il solo nome all’ONU – sarà possibile affrontare insieme le grandi sfide che ci attendono.
L’assenza della Cina e della Russia è grave ed in tal senso vanno assunte iniziative comuni tra l’Unione europea e gli altri partner mondiali. Non è possibile intraprendere alcuna azione seria se chi è responsabile della metà degli inquinamenti non partecipa e non aderisce”, ha affermato il presidente Capasso.

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