GLI STATI UNITI DEL MONDO

La FONDAZIONE MEDITERRANEO, sin dalla sua nascita nel 1990 subito dopo la caduta del Muro di Berlino, ha assunto fra i suoi obiettivi principali la costituzione degli “STATI UNITI DEL MONDO”: da un’intuizione di Gustavo Rol.
Le attività svolte negli ultimi tre decenni dalla Fondazione - in particolare nell’area del “Grande Mediterraneo” - testimoniano un’azione costante e concreta che proprio in questo difficile momento di guerra e pandemia risulta essere come àncora  di salvezza al fine di rafforzare lo spirito di pace e collaborazione tra i Popoli.
Le adesioni di  uomini e donne, organismi e istituzioni di vari Paesi contribuiscono a sostenere l’iniziativa istituzionale percorrendo con azioni concrete obiettivi e mezzi efficaci per la difesa del pianeta, il rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, la coesistenza di filosofie, fedi e religioni, l’equa ripartizione di beni e risorse, l’unione di scienza e politica per la salvezza dell’umanità e contro ogni guerra.

 

Il senatore Giuseppe Lumia, presidente della Commissione volontariato e diritti umani della Fondazione Mediterraneo e degli Stai Uniti del Mondo, ha partecipato all’incontro dal tema CAUSE E CONSEGUENZE DEL CONFLITTO IN UCRAINA: IL RUOLO ED IL FUTURO DELL’UNIONE EUROPEA svoltosi nell’Auditorium Polo tecnologico di Cascina.

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Celebrata al Museo della Pace la "Giornata contro le mine antiuomo" stabilita dalle Nazioni Unite.
Sono circa 100 milioni le mine antiuomo disseminate nel mondo, sulle quali continuano a morire ogni anno migliaia di persone e i numeri, che fino al 2013 erano in diminuzione, dal 2014 sono tornati a crescere. Per ricordare questo flagello che continua a mietere vittime soprattutto tra civili e bambini, che se non muoiono restano martoriate e mutilate oltre che psicologicamente devastate – circa 20 mila persone l’anno – il 4 aprile è stata dichiarata dalle Nazioni Unite giornata internazionale contro le mine antiuomo, ma anche contro le bombe Cluster, gli Ieds, le Valmara, e i ‘Pappagallo verdi’.
Il primato delle vittime ce l’ha l’Afghanistan, seguono la Colombia, l’Angola, l’ex Birmania, il Pakistan, la Siria, la Cambogia e il Mali. In Europa è la Bosnia il Paese più infestato dalle mine, collocate durante la guerra del ’92-’95, ancora disseminate su oltre il 2% del territorio e la cui bonifica non sarà ultimata prima del 2025.
"Una vergogna delll'umanità", il commento di Michele Capasso, Segretario generale degli Stati Uniti del Mondo.

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