19 Marzo 2017
Accolto da Michele Capasso e da Alessandro Daniele, Tullio De Piscopo ha visitato alcune sezioni del Museo della Pace e, specialmente, quella dedicata a “Pino Danile Alive”. Un solo commento: COMMOZIONE ED EMOZIONE!
DON PEPPE DIANA RICORDATO CON UNA GIORNATA SPECIALE AL MUSEO DELLA PACE MAMT NELL’ANNIVERSARIO DELLA MORTE
19 Marzo 2017
Don Peppe Diana è stato ricordato a 23 anni dal barbaro assassinio con una serie di eventi nel Museo della Pace – MAMT dove vi è una sezione permanente a lui dedicata.
Don Peppe Diana fu ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 nella sua chiesa a Casal di Principe, mentre si accingeva a celebrare messa. Gli assassini non si accontentarono di freddarlo, vollero pure scempiarne il corpo con ulteriori colpi di pistola al basso ventre per indicare falsamente un movente sessuale e così tentare di impedire che divenisse il simbolo del riscatto di un popolo vessato dalla criminalità organizzata. Operazione in effetti in buona parte riuscita, se ci sono voluti 21 anni perché la diocesi di Aversa si decidesse a chiedere alla Santa Sede l’avvio della causa di beatificazione che deve riconoscere il martirio di don Peppe.
Le ragioni per le quali fu ucciso il parroco di Casal di Principe sono emerse nel processo che condannò i suoi omicidi, ma solo in secondo grado e poi in Cassazione, quando i giudici ribaltarono la sentenza di primo grado ed esclusero l’ipotesi della custodia da parte del parroco delle armi, fatto che aveva innescato la macchina del fango contro don Diana, facendo prevalere l’immagine di un prete vicino alla gente e ai giovani (patrimonio ritenuto indispensabile anche per i clan), impegnato a contrastare la subcultura camorrista, il cui valore simbolico era diventato potente.
Secondo la ricostruzione dei pm Don Diana aveva poi rifiutato la celebrazione dei funerali in chiesa di un malavitoso e questo gesto era stato considerato un affronto troppo duro da sopportare.
Tre giorni dopo il nipote del morto, infatti, entrò in sagrestia e sparò al sacerdote.
Don Diana perseguiva l’ostinata difesa dei suoi ragazzi esposti al male della corruzione e della delinquenza. E il testamento spirituale “Per amore del mio popolo non tacerò” è un manifesto che impegna a non restare silenti davanti a “ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio”.
19 Marzo 2017
In occasione dell’onomastico di Pino Daniele i suoi più stretti collaboratori si sono riuniti al Museo della Pace MAMT ricordando il grande musicista: dal Maestro Tullio De Piscopo al manager Enrico Rovelli, da Gianbattista a Stefano ed a tanti altri…
In questa giornata è tornato il piccolo Sirio da Roma!
Un abbraccio forte, Pino!
10 Marzo 2017
Il presidente Michele Capasso ha partecipato alla presentazione del libro di Anton Emilio Krogh “Come me non c’è nessuno”, presente Rita Pavone.
05 Marzo 2017
Più di 150 partecipanti alla presentazione del libro di Anna Ausilia Ranieri “Quei gesti antichi” hanno visitato il Museo della Pace – MAMT.
28 Febbraio 2017
Nella Sala Vesuvio del Museo della Pace – MAMT si è svolta la presentazione del libro di Anna Ausilia Ranieri “QUEI GESTI ANTICHI” (editore Serarcangeli). Con l'autrice sono intervenuti il presidente Michele Capasso, il giornalista Vincenzo Colimoro e la critica letteraria Antonella Viggiani.
Più di 150 partecipanti hanno affollato la sala e, prima della presentazione, visitato il Museo della Pace – MAMT.
24 Febbraio 2017
A cura di “Neurocomsciences” si sono svolti presso la sede del Museo della Pace – MAMT i corsi sugli aspetti emozionali e comportamentali della persona umana.
24 Febbraio 2017
Si è svolta la cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2017 del TAR CAMPANIA.
Per la Fondazione Mediterraneo sono intervenuti Michele Capasso e Pia Molinari.
22 Febbraio 2017
(ANS – Città del Vaticano) – I Salesiani sono figli di un migrante, Don Bosco, che proveniva dalle aree rurali di Castelnuovo d’Asti e si trasferì a Torino. I suoi primi destinatari furono giovani migranti e i primi missionari in Argentina dovevano occuparsi dei migranti italiani. Ma soprattutto, oggi, i Salesiani lavorano con e per i migranti, soprattutto bambini e giovani, in tutti i continenti.
Ecco perché i Salesiani sono intervenuti al Forum Internazionale “Migrazioni e Pace”, in corso in questi giorni (21-22 febbraio) in Vaticano.
L’evento, organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, dallo “Scalabrini International Migration Network” (SIMN) e dalla “Fondazione Konrad Adenauer”, ha visto ieri anche l’intervento di Papa Francesco, che ha accolto i partecipanti nella Sala Clementina. Nel suo discorso il Pontefice ha chiesto di farsi prossimi alle persone che fuggono da situazioni di pericolo proponendo quattro parole chiave: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Da parte loro don Martín Lasarte e don George Menamparampil, Salesiani, del Settore per le Missioni, hanno avuto l’opportunità di presentare l’approccio e le diverse articolazioni del lavoro dei Figli di Don Bosco con i migranti. Essi costituiscono dei destinatari privilegiati della missione salesiana, dato che sui 65,3 milioni di rifugiati/sfollati (dati UNHCR), più della metà sono minori e l’altra metà in maggioranza giovani, cioè i primi beneficiari del carisma salesiano.
Nelle diverse presenze salesiane – scuole, centri di formazione professionale, oratori, opere sociali e parrocchie – in oltre 130 paesi del mondo si entra in contatto diretto con circa 10,6 milioni di persone, delle quali si stima che il 16% siano rifugiati, sfollati interni o immigranti di prima o seconda generazione. In Italia, ad esempio, nei 50 Centri di Formazione Professionale, i migranti sono il 20% degli allievi.
La missione salesiana pertanto coinvolge circa 1,7 milioni di persone in situazione di mobilità umana, tra i quali circa 400mila rifugiati/sfollati/richiedenti asilo.
Gli interventi nei loro confronti, senza escludere le operazioni d’emergenza ogniqualvolta sia necessario, hanno come priorità lo sviluppo di processi educativi che, nell’arco di un tempo sufficiente, possano offrire ai migranti gli strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro e quindi nelle società di accoglienza.
D’altra parte i Salesiani lavorano anche per trasmettere alle società ospitanti i valori di solidarietà propri del Vangelo.
E si adoperano anche con iniziative specifiche di contrasto al fenomeno del traffico di esseri umani, come quelle della ONG “People’s Action for Rural Awakening” nella regione Indiana; o “Stop Tratta”, in collaborazione con l’ONG “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” in Africa Occidentale ed Etiopia.
Anche da parte salesiana, infine, è stata osservata la necessità di rafforzare e rendere più sistematiche a livello globale la collaborazione con altre istituzioni cattoliche attive nello stesso settore.
22 Febbraio 2017
Subito dopo la giornata napoletana per l’inaugurazione dell’Oratorio Salesiano virtuale, il Rettor Maggiore dei Salesiani Don Ángel Fernández Artime, accompagnato da don Václav Klement, Consigliere per la regione Asia Est-Oceania, e dal suo Segretario, don Horacio López, ha intrapreso un viaggio a più tappe con meta finale a Dalat.
Dapprima Don Á.F. Artime ha incontrato le Figlie di Maria Ausiliatrice a Tam Ha; ha salutato gli allievi migranti della scuola e ha parlato con le religiose sulla ricchezza della comunione nella Famiglia Salesiana. Quindi, dopo un breve volo, ha raggiunto la parrocchia “Maria Ausiliatrice” a Lien Khuong, dove si è ritrovato con oltre 500 membri della Famiglia Salesiana, in un festoso incontro animato con balli, canti e manifestazioni culturali. Solo in serata il Rettor Maggiore ha raggiunto la comunità “Don Rua” di Dalat, dove ha offerto il pensiero della “buona notte” salesiana.
Nella mattinata di venerdì 24 febbraio il X° Successore di Don Bosco ha avuto il secondo incontro con i Salesiani. A detta dello stesso Don Á.F. Artime sono questi i momenti più importanti delle sue visite d’animazione, e si può calcolare che nei primi 3 anni del sessennio ha incontrato faccia a faccia già 7.200 Salesiani.
Numerosi gli spunti offerti nell’incontro. Sul tema della comunicazione, il Rettor Maggiore ha ricordato che “la Chiesa nel mondo ha bisogno di visibilità, e anche noi, come Congregazione abbiamo bisogno di far conoscere il tanto bene che si fa. È importante, si tratta di dare una mano all’azione della Provvidenza, ma sempre con grande umiltà”.
Ha poi manifestato grande apprezzamento per il radicamento carismatico dei Salesiani dell’Ispettoria, con la presenza di tanti Salesiani Coadiutori e di moltissimi missionari ad gentes.
In ottica futura ha segnalato: “la cosa più pericolosa è quella di essere soddisfatti con quello che si è sempre fatto in passato. (...) Come Papa Francesco ripete, attenti alla tentazioni del clericalismo: crescete come Salesiani, generosi e impegnati! (...) Per il futuro è necessario pensare a nuove opere nel Nord e a diverse espressioni della missione educativa”.
Infine, un accenno speciale l’ha rivolto ai diversi salesiani parroci presenti: “non temete che la vostra parrocchia possa essere profondamente salesiana - è il desiderio dei Vescovi e della Chiesa! (...) Ciascuna delle oltre 2200 parrocchie salesiane è affidata alla Congregazione e alla comunità locale, non personalmente al parroco. Questa responsabilità comunitaria è una garanzia di identità salesiana”.
Il Rettor Maggiore ha incontrato circa 1200 giovani delle opere salesiane presenti nell’area.