06 Luglio 2017
La Fondazione Mediterraneo ed il Museo della Pace – MAMT hanno ospitato l’Assemblea Generale della Commissione Intermediterranea della CRPM (Conferenza Regioni Periferiche Marittime).
Le sfide importanti di questo momento storico per l'Europa obbligano le Regioni a prendere una serie di posizioni, in quanto quello che sta accadendo è sicuramente una rinazionalizzazione delle politiche che non tiene sempre conto adeguatamente dell'impatto sui territori. La situazione che si sta creando nel Mediterraneo ha avuto un impatto fortissimo sull'allontanamento dei cittadini rispetto all'Europa. E il ruolo della CRPM in questo momento è strategico.
Hanno partecipato i delegati di 60 regioni europee e mediterranee.
Apostolos Katsifaras, presidente della regione Dytiki Ellada e presidente della Commissione Intermediterranea della CRPM, nel suo indirizzo di saluto ha detto di sentirsi a casa in questa sede – Fondazione Mediterraneo – che ha visto nascere tanti organismi internazionali ed ospitato riunioni della CRPM e della CIM. Profonda emozione ha espresso sui legami tra Raffaele Capasso e Andreas Papandreou rappresentati nell’apposita sezione del Museo della Pace - MAMT.
L'assessore campano ai Fondi Europei, Gioventù, Cooperazione europea e Bacino Mediterraneo, Serena Angioli ha affermato: "Questa due giorni è stata una prima occasione per confrontarsi sulle prospettive aperte anche per le Regioni dalla Strategia europea del Mediterraneo Occidentale, dalle sfide che pesano sul futuro della politica di coesione europea e sulla cooperazione multilivello nel Bacino Mediterraneo che in questi giorni, dinanzi alla grande sfida dei fenomeni migratori, acquisisce una rilevanza strategica anche rispetto al mondo Sub-Sahariano. La CIM si muove su due piani: uno politico, vale a dire il posizionamento rispetto ai decisori politici di altri livelli governativi, l'altro attraverso l'attuazione di progetti tra regioni e tra territori che creino coesioni di fatto. Dunque una grande sfida post 2020 per le Regioni della cosiddetta 'sponda Sud' dell'Europa".
Il presidente Michele Capasso nel suo intervento ha presentato il progetto “Kimyya” della Rete italiana FAL ed illustrato il Centro di documentazione FAL compiacendosi per la citazione nella Dichiarazione finale da parte dei partecipanti all’Assemblea.
LA FONDAZIONE OSPITA I PARTNER DEL PROGETTO “PANORAMED” PROVENIENTI DA 13 PAESI E PRESENTA LA CHAIRE AVERROES
05 Luglio 2017
Si è svolta dal 5 al 7 luglio presso la sede della Fondazione Mediterraneo la riunione dei partner del progetto PANORAMED finanziato nell'ambito dell'asse IV del Programma di Cooperazione Transnazionale Interreg Mediterranean 2014-2020. Il progetto ha l'obiettivo di individuare strumenti condivisi di governance nei settori strategici del turismo costiero e marittimo e della sorveglianza marittima.
Partner del progetto sono i 13 paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo, dal Portogallo a Cipro, partecipanti al programma e rappresentati nella riunione svolta nel Museo della Pace – MAMT, sede della Fondazione Mediterraneo a Napoli.
L'incontro, promosso dall'Agenzia per la Coesione territoriale - Area progetti e strumenti, Ufficio 6, parte della Country Coordination Unit italiana, insieme alle Regioni Marche e Lazio, si prefigge l'obiettivo di condividere strategie ed attività del progetto, in vista dell'emanazione di un bando per progetti strategici che sarà lanciato a partire dal 2019.
Il progetto PANORAMED è ritenuto strategico dell'Agenzia per la Coesione territoriale ed intende inserirsi nell'attuale dibattito sul futuro dell'Unione Europea, sulla definizione del periodo di programmazione della politica di coesione post 2020 e sul ruolo delle politiche per il Mediterraneo che l'Unione Europea e i paesi membri dovranno attuare nei prossimi anni.
L'ambizione che i paesi partner del progetto perseguono, grazie anche all'attuazione del progetto PANORAMED, che ha preso avvio proprio in questa occasione, è quella di promuovere una visione sistemica delle iniziative, dei programmi e dei progetti che interessano il Mediterraneo al fine di individuare orientamenti condivisi per lo sviluppo sociale ed economico sostenibile dell'intera area.
Le conclusioni dei lavori sono state illustrate nella Commissione Intermediterranea della CRPM che ha svolto i lavori nella medesima sede.
La Fondazione Mediterraneo ha presentato il Museo della Pace - MAMT e la Chaire Averroes.
03 Luglio 2017
I partecipanti al corso dell'ODG hanno visitato il Museo della Pace - MAMT accompagnati dal presidente Michele Capasso.
In questa occasione hanno espresso apprezzamento per questa iniziativa unica finalizzata a promuovere il positivo e ciò che ci unisce.
03 Luglio 2017
Francesco Giorgino - giornalista professionista, conduttore del Tg1 delle 20, studioso di scienze sociali e di Sociologia della Comunicazione – accompagnato dal presidente Michele Capasso ha visitato il Museo della Pace – MAMT esprimendo “mille emozioni per questo tempio della pace, della cultura e del dialogo”.
Il dott. Giorgino si è fatto interprete affinché, anche attraverso i media, questo luogo possa essere visitato dal maggior numero di visitatori, soprattutto i giovani.
03 Luglio 2017
In collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Campania è stato presentato il libro di Francesco Giorgino “Giornalismi e società” edito da Mondatori.
Tra i relatori: Massimo Lo Cicero, Massimiliano Musto, Massimo Deandrels, Domenico Falco e Giovanni A. Forte.
03 Luglio 2017
La Fondazione con il Museo della Pace - MAMT ha ospitato il corso di formazione a curra dell’Ordine dei Giornalisti della Campania dal tema ““IL FUTURO A PIEDI NUDI, EVOLUZIONE DELLA PROFESSIONE GIORNALISTICA, L’IMPATTO DELLA SHARED ECONOMY”.
Tra i relatori Massimo Lo Cicero - Docente Universitario, Massimiliano Musto - Direttore Kompetere Journal, Massimo Deandrels - Direttore Generale di SRM, Domenico Falco - Vice Presidente O.D.G Campania e Giovanni A. Forte - Sociologo.
Nel suo intervento conclusivo il presidente Michele Capasso ha annunciato il prossimo programma “KIMYYA”, sul ruolo delle donne nei media per la pace e il dialogo, e l’attribuzione del “Premio Mediterraneo Informazioni 2017” a Francesco Giorgino e Lucia Goracci.
Capasso ha sottolineato l’esigenza di restituire all’informazione ed ai media una dimensione”positiva” per evitare che l’enorme quantità di notizie tragiche possa definitivamente incidere sui giovani distruggendo la speranza per il loro futuro.
03 Luglio 2017
Il giornalista Francesco Giorgino, in visita al Museo della Pace - MAMT, ha reso omaggio al “Totem della Pace” di Mario Molinari ed all’opera del grande scultore torinese.
02 Luglio 2017
Giandomenico ci ha lasciati!
Ha raggiunto "le spiagge assolate del cielo", come amava dire.
L'ultimo suo "Post" su FB del 28 giugno 2017 ricordava l'inaugurazione del Museo MAMT del 28 giugno 2016.
Il Museo, patrimonio "emozionale" dell'umanità", ha in dote i video "La Campania delle emozioni" diretti da Michele Capasso e realizzati con la regia di Fabrizio Acampora proprio da Giandomenico: un mix di passione, vulcanicità, competenza, rigore.
Lo ricordiamo con tanto affetto felici di avere avuto la possibilità di trascorrere con lui due anni: una irripetibile esperienza umana e professionale che abbiamo voluto riconoscere attribuendogli il "TOTEM DELLA PACE TRICOLORE".
23 Giugno 2017
Si è svolta presso la sede della Fondazione Mediterraneo, nel Centro documentazione della Fondazione Anna Lindh, la conferenza stampa di presentazione del progetto “Kimiyya. Le Donne attrici del Dialogo”, proposto dalla Fondazione Mediterraneo - nell’ambito di una call della Fondazione Anna Lindhdestinata ad attività interrete - in partenariato con le reti nazionali di Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Francia, Italia, Malta e Tunisia e con il coinvolgimento di tutte le 42 reti nazionali della FAL. Il progetto è stato selezionato ed approvato il 15 giugno2017.
Parteciperanno 84 membri delle 42 Reti Nazionali della FAL oltre a 10 esperti internazionali e rappresentanti delle istituzioni italiane ed internazionali: un’importante occasione per riaffermare il ruolo delle donne quali attrici principali del dialogo e della pace.
Negli allegativi è una scheda sintetica (in francese ed inglese) dell’iniziativa che è stata condivisa in tempo reale con i membri della Rete italiana presenti a Napoli: da molti di essi è venuta la proposta di associare l’Assemblea Generale della Rete italiana alla chiusura di “Kimyya”, dando la possibilità in questo modo ad altri membri della rete italiana (oltre a quelli che saranno selezionati per partecipare all’evento) di conoscere altri colleghi e i capofila delle 42 reti nazionali e di condividere le conclusioni della conferenza internazionale “Kimiyya. Le Donne attrici del Dialogo”.
23 Giugno 2017
Una regione euro-mediterranea vittima non di uno "scontro di civiltà", ma di uno "scontro di ignoranza", dove ancora prevalgono stereotipi del passato e la "culturalizzazione" dei conflitti promossa da alcuni media e interpretazioni ideologiche. Ma anche una regione in cui resta fiducia nella possibilità di un progetto politico che valorizzi le diversità e promuova l'innovazione, la imprenditoria e la partecipazione dei giovani. È l'immagine che emerge dal terzo Rapporto sulle Tendenze interculturali nell'area euro mediterranea, promosso dalla Fondazione Anna Lindh e dall'Istituto Ipsos e condotto in 13 Paesi dell'Europa europei e della sponda sud-orientale del Mediterraneo.
Presentato alla Camera dei Deputati, il Rapporto si basa su 13 mila interviste, raccolte tra persone dai 15 anni in su in Finlandia, Polonia, Austria, Francia, Paesi Bassi, Italia, Croazia e Portogallo in Europa, e Israele, Giordania, Palestina, Tunisia e Algeria. E presenta anche alcuni dati sorprendenti, come quelli che sembrano sfatare alcuni miti sulle migrazioni. Alla domanda su quale Paese sceglierebbe se potesse ricominciare la sua vita altrove, il 60% degli intervistati della sponda sud risponde infatti che lo farebbe ancora in quello d'origine, contro il 15% che sceglierebbe l'Europa, il 6% il Golfo e il 5% il Nord America. Diversi invece i dati per l'Europa, dove solo il 36% ricomincerebbe in patria, il 30% in un altro Paese Ue e il 12% nell'America del Nord, l'8% in Australia o Oceania. Quanto agli italiani, il 41% sceglierebbe ancora l'Italia e il 25% un altro paese Ue, anche se solo l'1% andrebbe nel sud del Med. Ad indicare, secondo la coordinatrice del rapporto Eleonora Insalaco, che almeno al sud resta un certo "ottimismo" sul futuro, insieme alla convinzione - evidente in altri passaggi dell'indagine - che "Nord e Sud insieme possano fare di più dei governi nazionali", e che vi siano gli spazi per politiche euro mediterranee più efficaci di quelle attuali.
Questione che si lega direttamente allo scopo del Rapporto, cioè contribuire, in linea con gli obiettivi della Fondazione Anna Lindh e con gli auspici della Presidenza maltese della Ue, a nuove politiche di vicinato con la sponda sud. Dal rapporto - presentato dal direttore esecutivo della fondazione Anna Lindh, amb. Hatem Atallah, dal deputato Khalid Chaouki, dal min.pl. Enrico Granara del Ministero degli Esteri, da Ettore Greco dell'Istituto Affari Internazionali e da Rima Marrouch di Bbc Arabic - emerge una diffusa convinzione che l'istruzione e le iniziative guidate dalle giovani generazioni siano la risposta migliore al conflitto e alla radicalizzazione. In tal senso vanno infatti almeno l'80% delle risposte degli intervistati in Europa come sull'altra sponda, ma in particolare in Algeria, Giordania e Tunisia. Il nodo delle migrazioni è percepito su entrambe le sponde come uno dei temi che le accumuna, insieme agli stili di vita e alla cucina, ma non è il più importante. Al nord solo il 44% percepisce le migrazioni come "fortemente" associate con il Mediterraneo - contro il 61% che romanticamente guarda di più alla comunanza in termini di stile di vita e cucina - mentre al sud lo sono per il 60%. Nella sponda sud si enfatizza però anche l'ospitalità come carattere comune (65%), insieme al comune patrimonio storico e culturale ed allo stile di vita (52%). E questo nonostante al sud l'aspetto "origine di conflitti" - sui quali insistono generalmente i media - sia fortemente associato all'area euromediterranea dal 39% degli intervistati, contro il 25% al nord. In generale vi è comunque una "resistenza", valutano gli autori del rapporto, a far propria l'opinione di quanti insistono invece, al nord come al sud, sugli aspetti negativi e sui fattori che differenziano le due sponde. Insomma, in generale vi è "una certa distanza - scrivono gli autori - dallo spesso discusso, e molto desiderato dagli estremisti, scontro di civiltà".