06 Ottobre 2010
Iniziative -
Premi Mediterraneo
PREMIO MEDITERRANEO DIPLOMAZIA Ritessendo la storia comune e così strettamente intricata di due culture e due popoli, ha dato alla sua opera accorta e dedicata, in un momento in cui Spagna e Italia si sono succedute alla guida dell´Unione Europea, profondità ed incidenza capaci di rinsaldare le comuni vedute e la comune opera, contribuendo in questo modo a fondare, su salde radici culturali, il Processo di Barcellona per il partenariato euromediterraneo. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO INTERNAZIONALE LABORATORIO MEDITERRANEO Perché, girato in modo superbo, ritrae la vita rude dei contadini bielorussi in paesaggi magnifici. Un sobrio commento fuori campo a ritratti di donne e uomini che mostrano le loro dure condizioni di vita. Riprese splendide, luci e inquadrature molto belle come un dipinto classico dal sapore tragico. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO DI PACE Sacerdote a Ibillin, un piccolo villaggio della Palestina, Elias Chacour, cristiano, arabo e cittadino d’Israele, è uno dei pochi testimoni viventi di una coesistenza, oggi impossibile, nel medio Oriente. È un uomo che, malgrado l’amarezza che potrebbe suscitare in lui la storia del suo Popolo, si batte strenuamente e quotidianamente per la riconciliazione di questi due “fratelli di sangue”, gli Israeliani e i Palestinesi. Tra le sue sfide, quella di costruire la pace senza mai cedere davanti a coloro che continuamente la distruggono. La sua opera inizia da una scuola, da lui fondata a Ibillin, dove 4500 bambini e studenti palestinesi, musulmani o cristiani, e giudeo – israeliani apprendono insieme. È su questi banchi che la missione di Elias Chacour prende forma: costruire una terra di pace dove possano vivere, insieme e in pace, i figli di Dio, fratelli che oggi si sbranano a vicenda. È un messaggio d’amore e un’arringa appassionata in favore della pace quella che Chacour indirizza ai suoi fratelli palestinesi e israeliani, non per convertirli alla sua religione, ma per mostrargli una possibilità concreta e tangibile di condivisione di pace e di vita. Chacour è un “altro uomo di Galilea” che parla dal profondo della sua sofferenza e della sua sapiente esperienza. La Cerimonia di Assegnazione |
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PREMIO MEDITERRANEO ARTE E CREATIVITA' Per aver assolutizzato, con la sua interpretazione dirompente e catartica, il dramma dell’universo femminile subalterno e vittima della violenza di una storia scritta dal sangue. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO INFORMAZIONE Il dialogo fra i popoli del Mediterraneo ha bisogno di tanti strumenti. Uno certamente importante è quello dell’ informazione. Questo premio al settimanale televisivo della Rai “Mediterraneo”, prodotto dalla omonima redazione di Palermo, è l’espressione del riconoscimento ad un nucleo giornalistico che da oltre dieci anni interpreta questo bisogno agendo per il dialogo e la comunicazione euromediterranea e che già nel 1994 ha dato voce all’appello della Fondazione Laboratorio Mediterraneo per la pace nell’ex-Jugoslavia. Oggi, è l’unico settimanale televisivo, non solo italiano a vedere insieme, economicamente ed in modo ideativo, le tre grandi televisioni occidentali del Bacino, la Rai, France 3 e dallo scorso febbraio la spagnola Rtve. E’ diffuso in 11 Paesi del Bacino e in America latina. Da quasi due anni, la sua Redazione realizza news e reportage per Rai Med, unico Canale satellitare in italiano e arabo che viene visto in Europa, Nord Africa e Medio Oriente.Giancarlo Licata è il responsabile di entrambe le iniziative nate e cresciute all’interno della Testata Giornalistica Regionale, che più di altre realtà informative nazionali ha saputo interpretare il bisogno di dialogo fra i popoli e fra le redazioni giornalistiche. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO "DELFINO D'ARGENTO" Raffaele La Capria ha iniziato negli anni Cinquanta d’un secolo con poca ragione ma con molta ferocia un lungo percorso romanzesco in tre tappe decennali che negli anni Settanta è giunto al suo fine anche se non alla sua meta. Una meta contemporaneamente suggerita pure dai suoi fiori di carta che si aprono agli occhi del lettore come i fiori giapponesi di carta si schiudono all’acqua. Al trittico romanzesco corrisponde un trittico ideale di saggi e riflessioni che illuminano i personaggi, l’autore, un’intera generazione e la città mitica dove la solarità mediterranea fu spenta da un’altra tragedia. L’opera di LA CAPRIA, lunga meditazione dell’occasione mancata dal singolo e dalla storia, è un emblema del Mediterraneo che di mancamento in mancamento costruisce tragicamente il suo presente. E a lui, come coscienza mediterranea e scrittore mediterraneo, è attribuito il “Premio Delfino d’argento” 2003. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO "DELFINO D'ARGENTO" Federico Bugno è stato un giornalista dalla testa ai piedi: un inviato estero come si deve. Ha scritto per “Il Sole 24 ore”, “Il Mondo”, il “Corriere della Sera”, “Tempo illustrato” e, infine, è stato invitato speciale de “L’Espresso”: il “suo giornale”. Ha prodotto pagine del miglior giornalismo di reportage, di fattura asciutta e vera, comprendendo che, per non essere affogati dalla globalizzazione, occorreva “democratizzarla” prima che essa stessa snaturasse i principi della libertà e della democrazia. E’ stato uno degli “ultimi grandi” capace di volare alto: da Piazza Tien-An Men al Muro di Berlino, a Sarajevo. La “sua” Sarajevo. Abitante di questa città martoriata si concentrò sugli artisti, sui poeti che incontrava tutti i giorni quando usciva evitando i cecchini. Hanno scritto di lui che “scelse le pene di un pittore che non aveva tubetti, di uno scrittore che non trovava più parole, di un musicista le cui note uscivano sorde”. Nessuno, come lui, ha descritto l’assedio di Sarajevo. Con lacrime asciutte. Com’era il suo stile. Il giornalismo di Bugno era all’antica: fatto di letture, di bar, di amici, di liti, di verità; insomma di “vita”. Ma lui era capace soprattutto di urlare, ridere, cantare, piangere. “Davanti ad un quadro di Safet Zec, - scrisse di lui il grande poeta Izet Sarajlic’ – Federico fu vicino alle lacrime. Lui sa e riesce ancora a piangere e costituisce l’unica parte umana rimasta all’umanità. Il cuore, e non la sua professione di giornalista, lo ha portato a Sarajevo”. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO "DELFINO D'ARGENTO" Izet Sarajlic' è stato uno dei più grandi poeti del Novecento. Nacque da un’antica famiglia musulmana della Bosnia da cui apprese i valori irrinunciabili dell’amicizia, del rispetto, del dialogo tra le culture e civiltà: i Sarajlic’ furono una famiglia che non sapeva nutrire rancore. Ha trascorso gran parte della sua vita a Sarajevo, rimanendo anche durante l’assedio della città, per quasi quattro anni: la capitale bosniaca ha battuto il triste primato del secolo diventando “Capitale del dolore”. Izet è rimasto laggiù: fino alla fine. Avrebbe potuto lasciare la città, ma non volle. Fu ferito non solo nell’animo. Ha perso due sorelle, il cui affetto gli aveva salvato più volte la vita. “Come farò adesso – diceva – sono abituato ad essere fratello”. E’ stata la “voce di Sarajevo” e non ha cessato mai di scrivere, continuando a chiedersi se servisse a qualcosa, dopo tutto quello che era successo. Non poteva fare altro. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO DI CULTURA Ha svolto un ruolo essenziale nella realizzazione del progetto della Bibliotheca Alexandrina: la sua rinascita è un atto di fede alla memoria di un popolo e allo stesso tempo di un patrimonio culturale che appartiene all’umanità intera.
La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO "MEDAGLIA D'ONORE" Ercolano va ben oltre la reputazione immeritata che le infligge un’esigua minoranza dei suoi abitanti. Il trait d’union tra il Vesuvio e il mare colpisce, inizialmente, per la bellezza del suo sito naturale che dei visitatori stranieri, come la grande scrittrice francese Colette, hanno celebrato con emozione e ammirazione. Al di sotto di chi passeggia, pulsano le vertigini archeologiche che fanno di questo luogo ispirato un rivale del suo celebre vicino Pompei. Davanti gli occhi del visitatore, sfilano i fasti delle magnifiche ville che, dal XVIII° secolo, si sono moltiplicate realizzando, dietro i Portici che proteggono questo insieme architettonico unico, il quadrato incantato d’Elbeuf. Molti dunque gli argomenti per realizzare il rinascimento di questa Città emblematica. Nessun dubbio che delle manifestazioni, come quella che ci riunisce per fare risuonare l’Inno del Mediterraneo tra le mura di questa Città antica e moderna, contribuiranno, grazie alle vostre iniziative, Signora Sindaco, a ridare a Ercolano il suo posto tra le città che si trovano lungo le coste del Nostro Mare comune, come i grani di un rosario per una preghiera comune che si richiama al rinascimento di un Mediterraneo fedele al suo passato, ma risolutamente aperto al suo avvenire. La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO "EDIZIONE SPECIALE" Per l’intensità della sua ispirazione e la qualità del suo stile. Perché attraverso la sua arte ha ritratto, con emozione e verità, la vita della gente umile dei quartieri poveri della sua città. Per la sua creatività letteraria che si è estesa per più di mezzo secolo permettendogli di elaborare una vera «Commedia umana » araba. Per la sua capacità di trascendere la semplice descrizione dei comportamenti e dei costumi e a trasfigurarla in un’epopea dell’animo umano. Per il suo rifiuto coraggioso di tutti i fanatismi e di tutte le esclusioni. Per il grande contributo che ha dato alla diffusione internazionale della letteratura araba contemporanea. Per la sua partecipazione significativa alla costruzione di un umanesimo del XXImo secolo sulla scia delle conoscenze storiche mediterranee. La Cerimonia di Assegnazione |
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PREMIO MEDITERRANEO CINEMA All’opera filmica del Venice Screenings “Il Natale Rubato” che esprime nella originalità, ingenuità e semplicità del linguaggio cinematografico la cultura e l’arte mediterranea evidenziando, nei contenuti, i valori umani.
La Cerimonia di Assegnazione
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PREMIO MEDITERRANEO ISTITUZIONI Il Presidente del Parlamento Europeo Pat Cox e quello del Parlamento Marocchino Abdelwahd Radi sono stati gli artefici del paziente lavoro di tessitura che ha consentito, a Napoli il 2 dicembre 2003, di costituire l’Assemblea Parlamentare Euromediterranea trasformando il Forum costituitosi all’indomani del Processo di Barcellona. La Cerimonia di Assegnazione
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