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Il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco Don Ángel Fernández Artime - accompagnato da Don Horacio Lopez e dagli Ambasciatori presso la Santa Sede di Panama, Miroslava Rosas Vargas, e di Guatemala, Alfredo Vàsquez Rivera -  ha inaugurato la “SALA DON BOSCO” del Museo della Pace: dodici videowall connessi con la Famiglia Salesiana in tutto il mondo che costituiscono un hub multimediale comprendente video, immagini, musiche, collegamenti in tempo reale ed altri strumenti ipertestuali con l’alta tecnologia 4k: l’obiettivo è diffondere l’opera di Don Bosco in ogni parte del mondo, apprezzata in più occasioni da Papa Francesco ed unanimemente riconosciuta, specialmente da coloro che hanno vissuto l’esperienza educativa, umana e sociale del “Santo dei giovani”.
In questa occasione sono stati consegnati i tioli di “Alfieri degli Stati Uniti del Mondo” ai giovani salesiani presenti e provenienti da 133 Paesi.

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Il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco Don Ángel Fernández Artime – accompagnato da Don Horacio Lopez e dagli Ambasciatori presso la Santa Sede di Panama, Miroslava Rosas Vargas, e di Guatemala, Alfredo Vàsquez Rivera -  ha inaugurato il Museo della Pace dedicato a “DON BOSCO IL POTERE DELL’AMORE”: dodici percorsi emozionali attraverso i 5 piani del Museo dove con video e strumenti ipertestuali sono raccolti i messaggi di Don Bosco ed i momenti essenziali dell’azione della Famiglia Salesiana in 132 Paesi del mondo.
Ad accogliere il Rettor Maggiore e tanti rappresentanti della Famiglia Salesiana - dal Magnifico Rettore dell’Università Pontificia Salesiana Don Mauro Mantovani all’Ispettore dell’Italia Meridionale Don Pasquale Cristiani fino alle rappresentanti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei cooperatori - il presidente della Fondazione Michele Capasso, Pia molinari e Claudio Azzolini.
Presenti alla cerimonia il delegato del Magnifico Rettore dell’Università Federico II Gilberto Sammartino, l’assessore alla Regione Campania Serena Angioli, l’Assessore al Comune di Napoli Annamaria Palmieri ed i rappresentanti di istituzioni militari, civili e religiose.

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Nel corso di una solenne cerimonia, il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco - Don Ángel Fernández Artime – con l’ispettore dei Salesiani del Sud Don Pasquale Cristiani, il Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana ed altri rappresentanti della Famiglia Salesiana (Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori, ecc.)  ha benedetto la Cappella del Museo della Pace dedicata a Don Bosco che custodisce la reliquia del “Santo dei Giovani”.
“Un momento di grande emozione - ha dichiarato il presidente della Fondazione Mediterraneo Michele Capasso – che ha reso immenso un piccolo spazio grazie al cuore ed al carisma di Don Bosco”.

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Il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco Don Ángel Fernández Artime – accompagnato da Don Horacio Lopez e dagli Ambasciatori presso la Santa Sede di Panama, Miroslava Rosas Vargas, e di Guatemala, Alfredo Vàsquez Rivera -  ha preso parte alla conferenza stampa di presentazione dell’Oratorio Salesiano virtuale: uno spazio con videowall e sistemi di comunicazione multimediale che racconta il percorso educativo di Don Bosco ed interagisce con i Salesiani di tutto il mondo.
Ad accogliere il Rettor Maggiore e tanti rappresentanti della Famiglia Salesiana - dal Magnifico Rettore dell’Università Pontificia Salesiana Don Mauro Mantovani all’Ispettore dell’Italia Meridionale Don Pasquale Cristiani fino alle rappresentanti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei cooperatori - il presidente della Fondazione Michele Capasso, Pia molinari e Claudio Azzolini.
Presenti alla conferenza stampa il delegato del Magnifico Rettore dell’Università Federico II Gilberto Sammartino, l’assessore alla Regione Campania Serena Angioli, l’Assessore al Comune di Napoli Annamaria Palmieri ed i rappresentanti di testate giornalistiche e televisive.

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Il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco Don Ángel Fernández Artime - accompagnato da Don Horacio Lopez e dagli Ambasciatori presso la Santa Sede di Panama, Miroslava Rosas Vargas, e di Guatemala, Alfredo Vàsquez Rivera - insieme ad esponenti della Famiglia Salesiana, giovani delle scuole salesiane e migranti accolti dai Salesiani nelle Case-Famiglie ha pregato nella Cappella della Chiesa di San Giuseppe Maggiore dove Don Bosco celebrò l’unica messa al Sud il 30 marzo del 1880.
In questa occasione il Rettor Maggiore ha ringraziato la Fondazione Mediterraneo e Michele Capasso per aver reso possibile questo incontro e questo momento di preghiera in occasione dell’apertura del Museo dedicato a “DON BOSCO IL POTERE DELL’AMORE”.

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Il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco Don Ángel Fernández Artime - accompagnato da Don Horacio Lopez e dagli Ambasciatori presso la Santa Sede di Panama, Miroslava Rosas Vargas, e di Guatemala, Alfredo Vàsquez Rivera - insieme ad esponenti della Famiglia Salesiana, giovani delle scuole salesiane e migranti accolti dai Salesiani nelle Case-Famiglie ha reso omaggio e deposto una corona d’alloro dinnanzi all’urna con le reliquie del Migrante Ignoto, custodita nell’opera monumentale “Totem della Pace” dello scultore Mario Molinari nel porto di Napoli.
Tanti i giovani impegnati in attività di aiuto e di solidarietà presenti ai quali è stato consegnato il titolo di “Alfieri degli Stati Uniti del Mondo”. Tante le testimonianze: come quella di Amir, che dal Bangladesh è giunto in Italia e nell’oratorio ha trovato il sostegno, la sicurezza ed anche un futuro.
“Questo è un giorno molto speciale - ha affermato Don Ángel Fernández Artime – perché, oltre a rendere omaggio al Migrante Ignoto ed all’opera di Molinari, abbiamo l’opportunità di continuare a scrivere pagine vere e insieme: con la società, con la Fondazione Mediterraneo, con gli Stati Uniti del Mondo, con i giovani”.

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L’Alta Commissione per gli Affari Religiosi del Marocco, incaricata di emettere fatwa (sentenze islamiche), ha annullato la sua precedenza sentenza secondo la quale la conversione religiosa costituisce un reato punibile con la pena di morte. Ai musulmani è ora riconosciuta la libertà di scegliere il proprio credo.
Nel 2012 l’Alta Commissione per gli Affari Religiosi pubblicava un libro nel quale esponeva la propria posizione circa l’apostasia. Attingendo da una diffusa tradizione giurisprudenziale, si sosteneva che un musulmano intenzionato a cambiare la propria religione dovesse essere punito con la morte.
Recentemente, tale posizione è stata contraddetta da un nuovo documento pubblicato dallo stesso organo religioso intitolato “La Via degli studiosi”. Fondamento della decisione di annullamento della sentenza, il documento ridefinisce i principi dell’apostasia. Quest’ultima non è più vista come una questione di fede ma piuttosto come una posizione politica facente parte della categoria dell’alto tradimento.
Nella “Via degli studiosi”, l’Alta Commissione si tuffa nel passato e suggerisce che un tempo il contesto dell’apostasia e la sua punizione era prevalentemente pragmatico e politico. Le guerre di apostasia erano condotte in linea con lo sforzo di mantenere lo Stato di nuova costituzione unito contro ogni tipo di divisione interna. Pertanto, precisa che l’interpretazione più accurata e più coerente con la legislazione islamica e l’esempio del Profeta è che l’uccisione dell’apostata riguardi essenzialmente il traditore del gruppo, colui che fuggendo dall’Islam mette in pericolo la Umma (comunità islamica) rivelandone i segreti ai suoi nemici; ossia l’equivalente di tradimento in diritto internazionale.
Di conseguenza, la parola del Profeta “chi cambia religione, uccidetelo”, deve essere interpretata come riguardante colui che lascia la propria religione e abbandona il proprio popolo.
Eppure, l’idea secondo cui l’apostata non deve essere ucciso non è nuova per l’Islam. Infatti, al tempo dell’Accordo di al-Ḥudaybiyya, lo stesso Maometto ha osservato tale disposizione affermando che a chiunque fosse diventato musulmano e rinunciasse ad esserlo sarebbe stata concessa la possibilità di ritornare alla Quraysh, all’epoca il più potente nemico dell’Islam.
Il comitato ecclesiastico infine nota anche che in diversi casi il Corano parla di apostasia e di una punizione nella vita a venire, non in quella presente. Ad esempio, al capitolo 2 versetto 217 si legge: “[…] E chi di voi rinnegherà la fede e morirà nella miscredenza, ecco chi avrà fallito in questa vita e nell’altra. Ecco i compagni del Fuoco: vi rimarranno in perpetuo”.
La decisione, che ha seguito un ragionamento politico piuttosto che religioso – afferma il presidente Michele Capasso soddisfatto per la decisione -  è sicuramente significativa e rivoluzionaria per la società marocchina. I cristiani, che rappresentano una piccola minoranza in Marocco – a maggioranza musulmana – tirano un sospiro di sollievo. Dopo anni di minacce di persecuzioni, le minoranze religiose più vulnerabili possono ora liberamente scegliere a quale Dio rivolgere la propria preghiera”.

 

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Un gruppo di Salesiani e di Suore FMA dell’Ispettoria Meridionale Salesiana provenienti dalle regioni del Sud Italia hanno visitato in anteprima il Museo della PaceDon Bosco esprimendo compiacimento per la realizzazione dell’Oratorio Salesiano Virtuale.
In particolare sono stati proiettati sui grandi schermi i video più significativi dei 12 percorsi emozionali: dalla visita di Papa Francesco a Valdocco al video “Don Bosco, il potere dell’amore”.

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Si è svolto a Napoli il convegno internazionale coordinato dalla prof. Caterina Arcidiacono – Università Federico II e Coordinatrice del Community Psychology Lab.

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La Federazione Anna Lindh Italia Onlus ha ricordato Predrag Matvejevic’ nel giorno della sua scomparsa: in modo particolare il suo ruolo di membro del “Gruppo di saggi” istituito dall’allora presidente della Commissione europea Romano Prodi per indirizzare l’azione della futura “Fondazione euro mediterranea Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture”.
Il presidente della Fondazione Mediterraneo Michele Capasso e la vicepresidente Caterina Arcidiacono - cofondatori con Matvejevic’ dell’istituzione con sede a Napoli -  hanno sottolineato l’importanza degli incontri di Alessandria in cui Predrag Matvejevic’ con Romano Prodi tracciò le linee direttive culturali e politiche su cui andava costruito in quell’epoca la complessa azione del dialogo per la pace.

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