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Papa Francesco a Lampedusa: “Una giornata storica all’insegna della sobrietà e della familiarità”, ha affermato il presidente della Fondazione Mediterraneo Michele Capasso, ritornato sull’isola pochi giorni dopo la conclusione dei “Laboratori Mediterranei” organizzati dalla Rete Italiana della Fondazione Anna Lindh per il Dialogo tra le Culture.
Prima di scendere sul molo di Lampedusa, il Papa ha deposto in mare una corona di fiori per ricordare i migranti morti in mare. Papa Francesco ha inaugurato così la sua prima visita nell'isola, dove lo attendeva una folla di 10mila persone. È stata proprio la notizia degli «immigrati morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte» ad averlo spinto a scegliere Lampedusa come mèta della sua prima visita. Lo scopo, come ha ricordato durante la messa, è «risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non si ripeta». Si calcola che nei viaggi della speranza dall'Africa all'Europa abbiano perso la vita almeno 25mila persone negli ultimi 20 anni.
“Il Papa – ha concluso il presidente Capasso – ha aperto uno squarcio sull’indifferenza, o meglio sulla “globalizzazione dell’indifferenza” come l’ha Lui stesso definita, richiamando le coscienze di tutti noi ad assumere un ruolo attivo nella responsabilità della solidarietà e delle scelte politiche in materia di accoglienza, integrazione e coesistenza”.
La Fondazione Mediterraneo, con le sue reti di organismi della Società Civile, ha deciso di dare concretezza all’impegno assunto nel 2011 con l’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo: realizzare il “Totem della Pace” dedicato al “Migrante Ignoto”, come promessa a Papa Francesco per contrastare l’indifferenza che invade il mondo intero e come atto d’amore verso i nostri fratelli morti nel mare”.

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Il Libro “Nostro Mare Nostro”

Il testo del presidente Michele Capasso

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