Elenco Generale||degli eventi

La Fondazione Mediterraneo, con il presidente Michele Capasso e tutti i membri del Comitato internazionale, sono vicino alla Città di Torino ed ai familiari delle vittime dell’attentato al Museo Bardo di Tunisi.
Affidiamo al Sindaco Fassino ed al Presidente della Regione Chiamparino i segni della nostra solidarietà.

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Il presidente della Fondazione Mediterraneo Michele Capasso, i membri del Consiglio direttivo, del Comitato Internazionale, delle sedi distaccate, il direttore della Casa del Maghreb Arabo e tutti i volontari e collaboratori si stringono intorno al Popolo Tunisino - in particolare al fraterno amico Naceur Mestiri, Ambasciatore a Roma - condannando il vile attentato odierno che ha distrutto le vite di turisti innocenti e minato il delicato processo di democratizzazione in atto.

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In questo momento terribile e scioccante non abbiamo parole per esprimere i nostri sentimenti. Possiamo solo esprimere la nostra solidarietà e impegno nella creazione di un Mediterraneo più pacifico e sereno.

Il nostro impegno e lavoro – iniziato 25 anni fa – sono la risposta più pronta ai terroristi che intendono ostacolare la transizione democratica in Tunisia.

Noi tutti siamo Tunisini e il nostro sostegno verso il popolo tunisino è illimitato.

Michele Capasso

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Il “Totem della Pace” con l’urna del “Migrante Ignoto” collocato nel porto di Napoli è rivestito con lamiere di acciaio “Corten”, capaci di cambiare colore ogni giorno in virtù della luce.
Il tema della ruggine - o patina – indica l’ “abbandono” e, al tempo stesso, la “protezione”: a significare che i migranti non vanno abbandonati e che grazie a loro potremo costituire un grande meticciato di civiltà.

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É stata completata nei tempi programmati la costruzione del “Totem della Pace” con l’urna del “Migrante Ignoto” donata al Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera in occasione del 150° Anniversario dalla loro costituzione.
L’urna con le reliquie del “Migrante Ignoto” - proveniente da Lampedusa - sarà collocata nel monumento il giorno 21 marzo 2015, Giornata dedicata dal 2011 al Mediterraneo ed ai Migranti.

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In occasione del 60° anniversario dall'inizio (1955) dell'attività del Sindaco Raffaele Capasso, si è svolto un seminario coordinato dalla giornalista Gabriella Fancelli. Hanno partecipato i sindaci succedutisi a Raffaele Capasso, il presidente del Parco del Vesuvio prof. Ugo Leone ed altri.

Dopo l’espletamento di tutto l’iter burocratico e l’ottenimento di tutte le autorizzazioni e concessioni previste, è iniziata oggi la costruzione del “Totem della Pace” con l’urna del “Migrante Ignoto”: un dono al Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera in occasione del 150° Anniversario dalla loro costituzione.

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Papa Francesco ha incontrato a Santa Marta una delegazione della Guardia Costiera italiana con il ministro Lupi che gli ha portato la testimonianza del servizio svolto in mare per le difficili operazioni di soccorso di profughi e migranti.
Accompagnati dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, erano presenti:

  • Felicio Angrisano, ammiraglio Comandante della Guardia Costiera
  • Giovanni Pettorino, ammiraglio Capo del reparto operativo (ha guidato tutte le più difficili operazioni di soccorso)
  • Ciro Petrunelli, tenente di vascello (ha partecipato al salvataggio della motonave Ezaden con centinaia di migranti a bordo)
  • Antonello Fava, tenente di vascello, (ha guidato il salvataggio della motonave Blue Sky con centinaia di migranti a bordo)
  • Marco Ancora, maresciallo (anche lui ha partecipato al salvataggio della motonave Ezaden con centinaia di migranti a bordo)
  • Salvatore Finocchiaro, sottocapo (ha eseguito molti interventi di soccorso con l’elicottero)

Il ministro Lupi aveva scritto al Papa chiedendo un incontro per una rappresentanza degli 11.000 uomini e donne della Guardia Costiera, che rischiano da anni la vita in queste operazioni di soccorso e spesso non solo non vengono ringraziati, ma a volte anche accusati di aiutare  indirettamente scafisti e terroristi. Il papa ha in poco tempo concesso l’udienza, che si è svolta con tono molto informale in una sala di santa Marta. Seduti in circolo, ognuno ha parlato, raccontato un’esperienza, il Papa ha ascoltato in silenzio e ha preso la parola alla fine ringraziandoli, citando le frasi ora dell’uno ora dell’altro che aveva ben memorizzate.
Nel suo saluto iniziale Lupi come esempio dell’incomprensione in cui incorre quest’opera di soccorso e di salvataggio di vite umane ha citato l’episodio della scorsa settimana quando dopo aver salvato circa 200 persone, sono stati minacciati con le armi dagli scafisti per riavere indietro la barca ormai vuota. “Li hanno accusati di arrendevolezza, ma invece sono stati assolutamente responsabili, avevano a bordo 200 migranti appena salvati tra cui molte donne incinte, dovevano ingaggiare un conflitto a fuoco con l rischio di far morire quelli che avevano appena salvato?”
Tutti hanno portato la loro testimonianza, l’ammiraglio Angrisano ha ricordato che dal 1991 a oggi la Guardia Costiera ha salvato in mare più di 460.000 migranti. Il maresciallo Ancora ha aggiunto: “pensi a quanti bambini sono nati da queste persone salvate”.
Il maresciallo Emiliano Venuti che 20 dicembre 2014 è intervenuto con una squadra di soccorso su una nave ormai fuori controllo, è salito a bordo del mercantile Merkur 1 che, abbandonato dagli scafisti con inserito il pilota automatico e con i motori bloccati, navigava  senza essere governato rischiando di schiantarsi contro le coste siciliane. Salito a bordo il maresciallo Venuti riusciva a individuare e disattivare il selettore del pilota automatico e quindi a prendere il pieno controllo della nave mettendolo in sicurezza. Tutti salvi gli oltre 800 migranti.
Capitaneria di porto di Reggio Calabria, il 24 settembre 2014 ha partecipato al salvataggio di un barcone con 774 migranti in difficoltà nello Stretto di Sicilia. Inoltre è persona che si prodiga nell’assistenza ai migranti per lo sbarco anche dopo i turni di servizio.
Marianna Mari ha detto che la cosa che l’ha più coinvolta: “Il ricordo che resta indelebile sono gli occhi di queste persone, che cambiano durante il viaggio, dalla paura alla speranza alla gioia quando vedono la costa italiana avvicinarsi”.
Un altro marinaio ha confessato “la paura” provata quando a Capodanno, mentre era a casa con la famiglia è stato chiamato per intervenire in soccorso su un vecchio mercantile alla deriva “con il timone bloccato e 900 persone a bordo e un mare con onde alte 9 metri”, la cosa più commovente, ha aggiunto, è stato l’applauso dei migranti quando sono riuscito e riprendere il controllo della nave”
Dopo che aver ascoltato le esperienze concrete, toccanti e impressionanti dei marinai,  al termine il Papa si è rivolto a loro manifestando la sua partecipazione e il suo apprezzamento per il questo servizio svolto con coraggio e dedizione a favore.
Ha detto tra l’altro che questo dei migranti non è un problema che si possa risolvere da un giorno all’altro, che certo la soluzione è più ampia dell’azione di soccorso, ma che intanto, quando una vita è in pericolo bisogna soccorrerla: “quando c’è un ferito la pria cosa è curargli le ferite”, poi viene il resto.
Il Papa ha ricordato il suo viaggio a Lampedusa e ha lodato la solidarietà dei lampedusani con i rifugiati anche a costo di danni per il turismo sull’isola; ha ricordato di avervi inviato il suo elemosiniere, Mons. Krajewski, a partecipare alle operazioni di recupero delle salme dopo il terribile naufragio dello scorso anno (“è tornato diverso, un altro” ha detto il Papa accompagnando la frase con il gesto della mano rivolta verso l’alto e poi rovesciata verso il basso) e ha concluso con queste parole: “…io ho ammirazione per voi, davvero, lo dico, mi sento piccolo davanti al lavoro che voi fate rischiando la vita, e vi ringrazio di cuore per questo. Ma vi sostengo come posso: con le preghiere e le buone parole e l’affetto”.

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La Fondazione Mediterraneo, presente a Lampedusa in questo momento tragico, ha lanciato un appello per i migranti morti in mare, elogiando il coraggio degli uomini del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera che rischiano la vita  per salvare vite umane.

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Appello a tutti i fotografi! A cosa somiglia la pace? L’appello al contributo del premio Alfred Fried della fotografia, che ricompensa la migliore fotografia sul tema della pace, è ormai aperta. Il premio accetta proposte dal mondo intero, le cui fotografie veicolano gli sforzi dell'uomo a favore di un mondo pacifico.

Il termine dell’offerta è fissato a mezzanotte, ora d'Europa centrale, il 14 maggio 2015. Le cinque migliori proposte riceveranno la medaglia Alfred Fried.
Una di queste cinque fotografie sarà scelta come immagine di pace dell'anno, oltre ad una somma di 5 000€, sarà esposta per un anno al Parlamento austriaco, e sarà inclusa nella raccolta permanente d'arte del Parlamento austriaco.
Presentato ogni anno il 21 settembre nell’ambito del giorno internazionale della pace delle Nazioni Unite, il premio è congiuntamente offerto dall'UNESCO, la Società Fotografica, le edizioni Lammerhuber, il Parlamento austriaco, l'Associazione dei giornalisti parlamentari dell'Austria, e l'istituto internazionale della stampa (IIP).
Il premio è attribuito in onore di Alfred Hermann Fried (1864-1921), un autore e pacifista austriaco, vincitore del premio Nobel della pace nel 1911. L'edizione inaugurale 2014 del premio Alfred Fried della fotografia è stata bene accolta dalla Comunità internazionale dei fotografi.
Le foto vincenti e selezionate in anteprima sono state esposte presso la sede dell'Unesco a Parigi. Queste fotografie, così come altri 320 contributi eccezionali, sono inoltre esposti sulla parete digitale della nuova stazione Hauptbahnhof Wien a Vienna fino a marzo 2015.
Per l'Unesco, l'arte è un potente veicolo di pace. Riorganizza il mondo e lo ricompone, aprendo anche spazi di dialogo e di comprensione. La fotografia può rafforzare una cultura mondiale della pace, sostenendo, trasmettendo e unificando il mondo attorno a un sogno di pace condiviso da tutti.
Per sottoporre le vostre fotografie, e per ulteriori informazioni, visitate il sito ufficiale del premio Alfred Fried della fotografia.

© Emil Gataullin - il vincitore della migliore fotografia di pace del premio Alfred Fried della fotografia 2014 era Emil Gataullin (Russia), con una foto tratta della sua opera “verso l'orizzonte.. Lampedusa, 11 febbraio 2015