2019
20 Maggio 2019
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Anno 2019
La storia di un’agricoltura derubata, di una mafia che ha incassato milioni di euro di contributi europei grazie ai terreni del Parco dei Nebrodi, e non solo. Terreni lasciati in stato di abbandono, sottratti ad agricoltori onesti, che hanno fruttato un patrimonio alle cosche mafiose. Un business facile in sostanziale assenza di controlli, un giro vorticoso di denaro, spezzato dal Presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, grazie al Protocollo di Legalità, il cosiddetto “Protocollo Antoci”. Un’opera forte di contrasto alle mafie, un percorso di legalità che da quei Nebrodi è partito risalendo lo stivale, fino a diventare patrimonio del Paese, legge dello Stato.
È la “mafia dei pascoli” che dà il titolo al libro che Antoci ha scritto a quattro mani con il giornalista Nuccio Anselmo presentato lunedì 20 maggio a Napoli nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino nell’ambito dell’iniziativa promossa da Fisac Cgil Campania, Flai Cgil Campania e Advisora, la comunità professionale che opera nell’ambito dell’amministrazione giudiziaria di beni ed aziende sequestrati e confiscati.
Antoci ha incontrato gli studenti dell’istituto Profagri di Angri e Sarno – coinvolti attraverso un protocollo d’intesa nella gestione del bene confiscato “Fondo Agricolo Nicola Nappo” di Scafati, concesso all’Ats “Terra Viva” in collaborazione con l’Alpaa e la Cgil – e ha partecipato alla tavola rotonda su “Legalità, sviluppo economico e Mezzogiorno” e alla firma del protocollo d’intesa tra Advisora e la Cgil, finalizzato ad un’azione comune sui temi della educazione alla legalità, del riutilizzo a fini sociali dei beni e delle aziende sequestrate e confiscate alle mafie e, più in generale, del contrasto alla criminalità organizzata.
L’iniziativa segue le cerimonie del PREMIO MEDITERRANEO che la Fondazione Mediterraneo ha assegnato ad Antoci, al generale Angelosanto, alla memoria di Luciano Tavazza e ad Annella Prisco.