2014
20 Novembre 2014
Si è svolta a Roma nella sede della FAO la seconda “Conferenza internazionale sulla malnutrizione”.
Particolarmente significativo l’intervento di Papa Francesco:
"E' doloroso constatare come la lotta contro la fame e la denutrizione sia ostacolata dalla priorità del mercato e dalla preminenza del guadagno, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria".
Inizia così il Suo discorso, interrotto più volte dagli scroscianti applausi dei dignitari giunti da tutto il mondo.
Il Pontefice è arrivato nella sede dell'organismo Onu a Roma poco prima delle 11:00. Salito al terzo piano, prima di entrare nella Sala Plenaria il Pontefice ha incontrato brevemente la Regina Letizia di Spagna che aveva appena concluso il suo intervento, preceduto dal saluto del ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, presidente della Conferenza, e dall'introduzione di Josè Graziano da Silva, direttore generale della Fao.
L'ingresso di Papa Jorge Mario Bergoglio, seguito dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, è stato accolto dall'applauso dei delegati tutti in piedi. Il Pontefice si è rivolto all'assemblea in lingua spagnola.
"Oggi si parla molto di diritti, dimenticando spesso i doveri - ha affermato - Forse ci siamo preoccupati troppo poco di quanti soffrono la fame. E mentre si parla di nuovi diritti, l'affamato è lì, all'angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina. Ebbene - ha proseguito il Papa - la sfida che si deve affrontare è la mancanza di solidarietà. Le nostre società sono caratterizzate da un crescente individualismo e dalla divisione. Ciò finisce col privare i più deboli di una vita degna e con il provocare rivolte contro le istituzioni".
Il presidente della Fondazione Mediterraneo Michele Capaso ha evidenziato il diffondersi di una “criminalità legale”: quelle azioni che, sotto il cappello della legalità, sottraggono risorse agli interventi diretti sul campo: dagli eccessivi costi di gestioni di organismi ed associazioni ad “hoc” alla spesso non ecumenica distribuzione delle risorse disponibili.