FEDERAZIONE ANNA LINDH ITALIA

 

La Federazione Anna Lindh Italia, senza scopo di  lucro, condivide le finalità della Fondazione Anna Lindh  creata nel 2004 dalla Commissione europea congiuntamente ai 42 paesi euromediterranei. 
L’obiettivo della Federazione è promuovere, sostenere ed attuare l’interazione culturale e sociale tra l’Italia e i paesi euromediterranei in vari campi d’azione tra i quali: arte, architettura, archeologia, ambiente, artigianato, giovani, donne, diritti umani, migranti, mestieri d’arte, occupazione, formazione, educazione, infanzia, sport, dialogo interreligioso, legalità, musica, cultura del cibo, empowerment, tradizione, turismo, solidarietà sociale, scambi economici e culturali, mestieri d’arte.
In particolare la Federazione intende attuare iniziative in favore dei giovani finalizzate specialmente a restituire loro speranza e fiducia attraverso la promozione del “vero”, del “bello” e del “buono”.

I membri del CdP dell’azione interrete Kimiyya - provenienti da Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Francia, Italia, Lituania, Malta, Repubblica Ceca, Lituania, Slovenia, Spagna, Tunisia – hanno reso omaggio al “Totem della Pace” di Mario Molinari con l’urna contenente le reliquie del “Migrante ignoto”.
Proprio nel giorno in cui si celebra la Festa Nazionale francese, il pensiero è stato rivolto a tutte le vittime delle migrazioni e del terrorismo.

Leggi tutto: ...

Si è riunito a Napoli il Comité de Pilotage della Rete Italiana ALF con il compito di predisporre i lavori dell’Assemblea Generale e delle attività di sviluppo di capacità, in programma a Napoli dal 13 al 15 settembre 2017 in concomitanza con l’attività interrete “Kimiyya” che vedrà riuniti a Napoli, negli stessi giorni, i capofila ed 84 membri delle 42 Reti nazionali ALF: un’occasione unica per i membri della Rete Italiana ALF per incontri, scambi e cooperazione.
Hanno partecipato al CdP tutti i membri.
Di seguito si riporta il verbale e tutti gli atti della riunione, incluso l’appello a candidatura.

Leggi tutto: ...

Una regione euro-mediterranea vittima non di uno "scontro di civiltà", ma di uno "scontro di ignoranza", dove ancora prevalgono stereotipi del passato e la "culturalizzazione" dei conflitti promossa da alcuni media e interpretazioni ideologiche. Ma anche una regione in cui resta fiducia nella possibilità di un progetto politico che valorizzi le diversità e promuova l'innovazione, la imprenditoria e la partecipazione dei giovani. È l'immagine che emerge dal terzo Rapporto sulle Tendenze interculturali nell'area euro mediterranea, promosso dalla Fondazione Anna Lindh e dall'Istituto Ipsos e condotto in 13 Paesi dell'Europa europei e della sponda sud-orientale del Mediterraneo.
Presentato alla Camera dei Deputati, il Rapporto si basa su 13 mila interviste, raccolte tra persone dai 15 anni in su in Finlandia, Polonia, Austria, Francia, Paesi Bassi, Italia, Croazia e Portogallo in Europa, e Israele, Giordania, Palestina, Tunisia e Algeria. E presenta anche alcuni dati sorprendenti, come quelli che sembrano sfatare alcuni miti sulle migrazioni. Alla domanda su quale Paese sceglierebbe se potesse ricominciare la sua vita altrove, il 60% degli intervistati della sponda sud risponde infatti che lo farebbe ancora in quello d'origine, contro il 15% che sceglierebbe l'Europa, il 6% il Golfo e il 5% il Nord America. Diversi invece i dati per l'Europa, dove solo il 36% ricomincerebbe in patria, il 30% in un altro Paese Ue e il 12% nell'America del Nord, l'8% in Australia o Oceania. Quanto agli italiani, il 41% sceglierebbe ancora l'Italia e il 25% un altro paese Ue, anche se solo l'1% andrebbe nel sud del Med. Ad indicare, secondo la coordinatrice del rapporto Eleonora Insalaco, che almeno al sud resta un certo "ottimismo" sul futuro, insieme alla convinzione - evidente in altri passaggi dell'indagine - che "Nord e Sud insieme possano fare di più dei governi nazionali", e che vi siano gli spazi per politiche euro mediterranee più efficaci di quelle attuali.
Questione che si lega direttamente allo scopo del Rapporto, cioè contribuire, in linea con gli obiettivi della Fondazione Anna Lindh e con gli auspici della Presidenza maltese della Ue, a nuove politiche di vicinato con la sponda sud. Dal rapporto - presentato dal direttore esecutivo della fondazione Anna Lindh, amb. Hatem Atallah, dal deputato Khalid Chaouki, dal min.pl. Enrico Granara del Ministero degli Esteri, da Ettore Greco dell'Istituto Affari Internazionali e da Rima Marrouch di Bbc Arabic - emerge una diffusa convinzione che l'istruzione e le iniziative guidate dalle giovani generazioni siano la risposta migliore al conflitto e alla radicalizzazione. In tal senso vanno infatti almeno l'80% delle risposte degli intervistati in Europa come sull'altra sponda, ma in particolare in Algeria, Giordania e Tunisia. Il nodo delle migrazioni è percepito su entrambe le sponde come uno dei temi che le accumuna, insieme agli stili di vita e alla cucina, ma non è il più importante. Al nord solo il 44% percepisce le migrazioni come "fortemente" associate con il Mediterraneo - contro il 61% che romanticamente guarda di più alla comunanza in termini di stile di vita e cucina - mentre al sud lo sono per il 60%. Nella sponda sud si enfatizza però anche l'ospitalità come carattere comune (65%), insieme al comune patrimonio storico e culturale ed allo stile di vita (52%). E questo nonostante al sud l'aspetto "origine di conflitti" - sui quali insistono generalmente i media - sia fortemente associato all'area euromediterranea dal 39% degli intervistati, contro il 25% al nord. In generale vi è comunque una "resistenza", valutano gli autori del rapporto, a far propria l'opinione di quanti insistono invece, al nord come al sud, sugli aspetti negativi e sui fattori che differenziano le due sponde. Insomma, in generale vi è "una certa distanza - scrivono gli autori - dallo spesso discusso, e molto desiderato dagli estremisti, scontro di civiltà".

Leggi tutto: ...

Si è svolta presso la sede della Fondazione Mediterraneo, nel Centro documentazione della Fondazione Anna Lindh, la conferenza stampa di presentazione del progetto “Kimiyya. Le Donne attrici del Dialogo”, proposto dalla Fondazione Mediterraneo - nell’ambito di una call della Fondazione Anna Lindhdestinata ad attività interrete - in partenariato con le reti nazionali di Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Francia, Italia, Malta e Tunisia e con il coinvolgimento di tutte le 42 reti nazionali della FAL. Il progetto è stato selezionato ed approvato il 15 giugno2017.
Parteciperanno 84 membri delle 42 Reti Nazionali della FAL oltre a 10 esperti internazionali e rappresentanti delle istituzioni italiane ed internazionali: un’importante occasione per riaffermare il ruolo delle donne quali attrici principali del dialogo e della pace.
Negli allegativi è una scheda sintetica (in francese ed inglese) dell’iniziativa che è stata condivisa in tempo reale con i membri della Rete italiana presenti a Napoli: da molti di essi è venuta la proposta di associare l’Assemblea Generale della Rete italiana alla chiusura di “Kimyya”, dando la possibilità in questo modo ad altri membri della rete italiana (oltre a quelli che saranno selezionati per partecipare all’evento) di conoscere altri colleghi e i capofila delle 42 reti nazionali e di condividere le conclusioni della conferenza internazionale “Kimiyya. Le Donne attrici del Dialogo”.

Leggi tutto: ...