2017
22 Febbraio 2017
(ANS – Città del Vaticano) – I Salesiani sono figli di un migrante, Don Bosco, che proveniva dalle aree rurali di Castelnuovo d’Asti e si trasferì a Torino. I suoi primi destinatari furono giovani migranti e i primi missionari in Argentina dovevano occuparsi dei migranti italiani. Ma soprattutto, oggi, i Salesiani lavorano con e per i migranti, soprattutto bambini e giovani, in tutti i continenti.
Ecco perché i Salesiani sono intervenuti al Forum Internazionale “Migrazioni e Pace”, in corso in questi giorni (21-22 febbraio) in Vaticano.
L’evento, organizzato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, dallo “Scalabrini International Migration Network” (SIMN) e dalla “Fondazione Konrad Adenauer”, ha visto ieri anche l’intervento di Papa Francesco, che ha accolto i partecipanti nella Sala Clementina. Nel suo discorso il Pontefice ha chiesto di farsi prossimi alle persone che fuggono da situazioni di pericolo proponendo quattro parole chiave: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
Da parte loro don Martín Lasarte e don George Menamparampil, Salesiani, del Settore per le Missioni, hanno avuto l’opportunità di presentare l’approccio e le diverse articolazioni del lavoro dei Figli di Don Bosco con i migranti. Essi costituiscono dei destinatari privilegiati della missione salesiana, dato che sui 65,3 milioni di rifugiati/sfollati (dati UNHCR), più della metà sono minori e l’altra metà in maggioranza giovani, cioè i primi beneficiari del carisma salesiano.
Nelle diverse presenze salesiane – scuole, centri di formazione professionale, oratori, opere sociali e parrocchie – in oltre 130 paesi del mondo si entra in contatto diretto con circa 10,6 milioni di persone, delle quali si stima che il 16% siano rifugiati, sfollati interni o immigranti di prima o seconda generazione. In Italia, ad esempio, nei 50 Centri di Formazione Professionale, i migranti sono il 20% degli allievi.
La missione salesiana pertanto coinvolge circa 1,7 milioni di persone in situazione di mobilità umana, tra i quali circa 400mila rifugiati/sfollati/richiedenti asilo.
Gli interventi nei loro confronti, senza escludere le operazioni d’emergenza ogniqualvolta sia necessario, hanno come priorità lo sviluppo di processi educativi che, nell’arco di un tempo sufficiente, possano offrire ai migranti gli strumenti per inserirsi nel mondo del lavoro e quindi nelle società di accoglienza.
D’altra parte i Salesiani lavorano anche per trasmettere alle società ospitanti i valori di solidarietà propri del Vangelo.
E si adoperano anche con iniziative specifiche di contrasto al fenomeno del traffico di esseri umani, come quelle della ONG “People’s Action for Rural Awakening” nella regione Indiana; o “Stop Tratta”, in collaborazione con l’ONG “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” in Africa Occidentale ed Etiopia.
Anche da parte salesiana, infine, è stata osservata la necessità di rafforzare e rendere più sistematiche a livello globale la collaborazione con altre istituzioni cattoliche attive nello stesso settore.