2015
10 Giugno 2015
Mercoledì 10 giugno Khaled Fouad Allam ci ha tragicamente e improvvisamente lasciati, a seguito di un malore in un hotel di Roma.
Sociologo algerino, insegnava all’Università degli Studi di Trieste, ed era stato deputato per l’Ulivo nel 2006, durante la XV Legislatura.
Ricordo ancora la prima volta che lo vidi. Era il 1994 e con Predrag Matvejevic’, Claudio Magris, Vittorio Nisticò, Igor Man, Nedim Gursel, Gerardo Marotta ed altri amici preparavamo i programmi della Fondazione Mediterraneo e le iniziative in favore delle popolazioni della ex-Jugoslavia colpite dalla più grande tragedia dopo la seconda guerra mondiale.
Fu subito con noi e tra noi, Fouad: con la profondità di un sapere che era anche metodo e che non può prescindere dall’onestà, prima di tutto, intellettuale, né può indurre le persone a porsi con superiorità nei confronti degli altri.
Era una persona estremamente cordiale e lo spiccato accento francese rendeva ogni conversazione peculiare.
Khaled Fouad Allam è stato un esempio di dialogo, di pace, d’integrità intellettuale e morale. Nonostante la tragicità della sua scomparsa, restano le lezioni che ha offerto, non solo attraverso il suo lavoro – l’Università, le conferenze, l’attività politica, i convegni – ma anche e soprattutto attraverso il suo stile, sempre pacato, rispettoso, competente, aperto verso le più alte manifestazioni dell’umanità e critico nei confronti di ogni forma di discriminazione o violenza gratuita.
Custodiremo questo bagaglio che ci ha lasciato.